venerdì 9 settembre 2011

ricordando Ahmad Shah Massoud

oggi 9 settembre 2011
"... Era nato nella valle del Panjshir o come loro dicono del Panj Shir, dei Cinque Leoni, cinque come le vette che l'incoronano. Quella valle del nord, alle pendici dell'HIndu Kush. Era nato a Jangalak, il villaggio affacciato sul torrente, Lì l'infanzia e le vacanze. 
Poi Kabul, l'adolescenza, la scuola francese, la prima giovinezza, gli studi di architettura. Il governo afghano è filosovietico, al tempo. Ahmad Shah prende il nome di Massoud.
L'educazione ricevuta tra tradizione e modernità, spinge la sua curiosità, poi interesse, a conoscere il panorama storico politico internazionale.
Legge Mao, Guevara, De Gaulle, si interessa di tutto senza mai perdere la propria identità. Ama Dante, Victor Hugo, Hafez....
Amò il gioco degli scacchi dall'infanzia, la poesia da sempre. Gli scacchi gli avrebbero dato la logica strategica, la lungimiranza, la poesia, la ricerca della verità, della libertà attraverso il pensiero filosofico, esoterico, attraverso la coscienza di sé, del mondo. 
Massoud era amato dalla gente semplice... fu amato anche da quei pochi giornalisti occidentali che lo conobbero...Unico pensiero: i fili della tradizione sono la trama della sua gente, non possono essere interrotti, la sua terra non può perdere la propria dignità.
Unico obiettivo: cacciare l'invasore, ridare alla sua terra, alla sua gente la libertà...Dieci anni di battaglia (1979-'89) per la liberazione dalla cultura sovietica, dal governo fantoccio...Uno dei suoi crucci: la risposta alla violenza non poteva che essere violenza...la sua disgrazia: trovarsi al centro del Grande Gioco d'occidente e delle forze deviate d'oriente...
Un uomo capace di partorire ideali sino all'immolarsi della vita..."
Ahmad Shah Massoud, con la sua Alleanza del Nord, diversa dall'attuale, costrinse l'allora Armata Rossa al ritiro. Liberò dallo straniero l'Afghanistan. Fu Ministro della Difesa del Governo Rabbani-Massoud. Governo legittimo riconosciuto dalle Nazioni Unite. Combatte i talebani, macchine umane da guerra volute e costruite da un certo occidente con alcune forze deviate d'oriente. Nel 2000 fu a Strasburgo, le sue parole furono: - Come fate a non capire che se io lotto per fermare l'integralismo talebano, lotto anche per voi e per l'avvenire di tutti?- La risposta sarebbe stata di indifferenza. In qualche caso, per noi scellerato, di derisione. 
Fu assassinato il 9 settembre 2001. Due giorni prima dell'evento delle Twin Towers.  Si menti sugli autori dell'attentato. La sua figura carismatica avrebbe ostacolato qualsivoglia invasione di qualsivoglia tipo per qualsivoglia motivo vero o falso. Avrebbe ostacolato l'ampliarsi di quel Grande Gioco, al tempo solo all'inizio, che avrebbe portato a tutto quel che vediamo, viviamo da dieci lunghi anni. Il gioco partito con l'Afghanistan per andare oltre. 
Marika Guerrini

la parte in corsivo, dello stesso autore, è tratta da "Massoud l'Afghano, il tulipano dell'Hindu Kush"  Venexia, Roma 2005 

1 commento:

  1. Ho letto con piacere i primi articoli dedicati al genocidio degli hazara, in quanto troppo poco è solitamente lo spazio che viene dedicato a quest'immensa tragedia, tuttavia sono rimasta abbastanza allibita nello scorrere gli articoli seguenti e ritrovarvi un'apologia di Ahmad Shah Massoud e Rabbani, entrambi criminali al pari dei loro tanto detestati talebani. Comprendo che anche questa questione sia ben poco nota e non rappresenti in alcun modo la malafede della scrittrice, ma occorrerebbe fare un pò più di attenzione con l'uso delle parole, la storia va raccontata e non cambiata. A tale proposito pubblico qui di seguito un link che dovrebbero far riflettere tutti, ma in particolare chi si occupa con ardore e pazienza di temi così importanti. Nicole Valentini
    http://www.hazarapeople.com/2011/01/30/afshar-massacre-will-never-ever-forgot/

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