martedì 28 febbraio 2012

Jalalabad terra di frontiera

...nella terra delle cascate è Jalalabad. Lì dove il Kabul incontra il Kunar e s'appressa a confondersi con l'Indo. Fondata per volere di Akbar, l'imperatore Moghul, allora, ch'era il 1570. Da un appellativo di lui il nome della città, da Jalal-ud-Din, Fervore della Fede. Festosa Jalalabad, sempre. Per la mitezza del clima, i giardini fioriti, i palazzi principeschi. Porta afghana sull'India, un tempo, poi, una manciata di kilometri e s'è trovata sulla frontiera, quasi. Una manciata di kilometri e s'incontra il  Pakistan.
Calpestata Jalalabad, da tanto, troppo. Calpestata da passi stranieri, passi d'un'altra lingua, sempre la stessa lingua da cartone animato. Passi armati. Ovunque.
E' esplosa un'autobomba all'aeroporto di Jalalabad: nove morti, attentatore compreso, dodici feriti, due soldati americani. Hanno detto. E' per il rogo di Bagram, hanno detto. Per vendetta, hanno detto. 
L'attentato è stato rivendicato dai talebani. Hanno detto. Chi sono questi talebani non l'hanno detto. Sia sottinteso, ovvio, scontato, si ritiene. Non per noi. E s'addiziona alle altre un'altra menzogna, un'altra offesa all'intelligenza. La nostra. 
  

Marika Guerrini
 foto dal web





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