mercoledì 19 ottobre 2011

due aspetti della menzogna -seconda parte

...anche un altro nero avrebbe preso spazio a Roma il 15 di ottobre. Quattro giorni fa.
Lì, mentre l'inoltrarsi della sera stemperava la violenza della Black Bloc lungo la via. Mentre i suoi ragazzi, spogli della vestizione rituale, si diramavano verso casa o verso i luoghi della legge, silenziosa potente intelligente sottile una violenza in sembianza di mimesi corporea stava per prendere corpo all'interno del Teatro Argentina. Allo scoccare delle ore ventuno. Avrebbe sciorinato parole su parole. Veloci accavallate a non far capire. Quasi. Nel suono, nelle didascalie. come a provocare confusione nella mente nelle immagini. Tecnica psicologica usata altrove, di prassi, tecnica d'annebbiamento delle coscienze. Sarebbe stata qui. A Roma all'Argentina. 
gesto dello spettacolo rivolto
alla cultura sotto accusa 
Ideazione e regia: Lloyd Newson. Compagnia, la sua: DV8 Physical Theatre. Alcuni attori di origine medio orientale e o indiana. Forse. Titolo: Can we talk abaut this? " Possiamo parlarne?" in traduzione. 
Sì. Ma noi. Ora.
Luci basse. Scena con elementi essenziali da aula scolastica. Voce fuori campo. Raccomandazioni di prassi poi: su richiesta della Compagnia nessuno può allontanarsi dalla sala durante tutto lo spettacolo. Lo spettacolo durerà un'ora e...pochi minuti. 
Si scoprirà dopo: assoluto divieto di avvicinarsi ai camerini e alle aree di transito della Compagnia. Sempre su richiesta della  Compagnia. Su ordine.
Luci direzionali in scena. Un attimo. In laterale un attore danzatore in pura lingua inglese dice: chi tra voi si sente moralmente superiore ai talebani? 
Lo spettacolo si apre.
Da lì tutto e oltre. Molto oltre. 
Multiculturalismo integrazione tolleranza coercizione al femminile libertà di espressione scritta parlata, libertà di religione...denuncia, denuncia, denuncia. Denuncia sull'Islam. Dell'Islam. Tutto circa l'Islam. E canti blasfemi citando versi sacri alla Religione islamica. Contro dal primo suono verbale, la prima nota, il primo movimento, la prima mimica facciale all'ultimo attimo di quell'ora di infinita avversione al mondo islamico. Ora interminabile  e fugace come un secondo. Tutto su falsa riga di apparente presunta imparzialità. 
E tutto è stato nominato, dall'Afghanistan con i suoi bambini uccisi, secondo i britannici, dai talebani, all'Iraq distrutta a causa del suo vecchio capo musulmano giustiziato. In nome della britannica giustizia esportata. Anche gli Hazara, di cui nelle nostre pagine. Persino loro sarebbero vittime esclusive della violenza dell'arretratezza dell'incivile cultura. Sempre secondo i britannici. Il gioco bellico politico assente nella parola inglese in scena. Assente ogni più piccola implicazione straniera ai venti di guerra delle terre nominate. Pakistan più d'ogni altra. Continuamente. A far entrare il nome nelle menti dei presenti. Chi segue occiriente capisce perché. Poi l'elenco.
Uno dietro l'altro gli episodi di cronaca nera riguardanti esponenti del mondo islamico colpevoli. Dall'episodio di Martin Amis scrittore a Saman Rushdie scrittore da David Cameron conservatore ad Ann Cryer deputato laburista a Theo Van Gogh regista e ancora ancora la lunga lista nera. Tutte vittime esclusivamente della crudeltà di cui sopra. Secondo la britannica opinione. 
Tutto attraversato sì che l'accusa avesse valenza di verità. Senza pietà. Dalle violenze sulle figlie pakistane alle vignette danesi su Maometto, al Corano bruciato negli Usa episodi questi due di alcuna importanza all'occhio britannico, quasi un gioco innocente. Grave invece al loro occhio l'episodio dei dimostranti di fede islamica che hanno osato bruciare libri dinanzi al tempio della libertà d'espressione che ha nome Westmister...e bla bla bla. 
E l'occhio britannico si arrogava universalità d'opinione. 
Così mentre la parola mai lasciava la pura lingua inglese nella sua più pura accezione, in riferimento agli anglo musulmani immigrati, un personaggio diceva all'altro:...ci rimettiamo anche denaro per insegnare loro la lingua inglese, mentre io quando vado in Francia entro nella cultura francese e parlo francese, in Germania parlo tedesco...etc.etc. 
E le didascalie in italiano scorrevano veloci e il suono inglese della parola anche.
Non c'è commento. Occiriente  non scade al loro livello. 
In questo modo sul palco del teatro Argentina, quattro sere fa si sono annullate le atrocità belliche e non degli ultimi dieci anni. Tutte. Capovolte le responsabilità. In uno sguardo anglocentrico da premio Oscar. Assoluto. Emblematico della storia inglese sul pianeta. Storia all'inglese. Passata, presente e... futura. Purtroppo. 
Sul palco del teatro Argentina hanno sfilato ipocrisia falsità menzogna violenza istigazione al razzismo allo sfascio del multiculturalismo. Ha sfilato ogni giustificazione a guerre ingiustificabili ponendo come metro l'errore altrui da dover correggere per giustizia civiltà libertà. Sempre lo stesso addotto monotono motivo. 
Sul palco dell'Argentina, da un'aula in scena per un pubblico allievo, tutto è stato INSEGNATO in puro stile inglese. Non britannico come si fregiano, occiriente  preferisce separare l'Irlanda e la Scozia che fu molto tempo fa. Quel puro stile assente d'ogni etica che da secoli vuole insegnare al mondo quel che non possiede. Malgrado, ovunque abbia occupato, colonizzato, depredato, abbia cercato di raccattare a far proprio: rispetto altruismo conoscenza senso di verità moralità altezza di pensiero libertà. In sintesi: Civiltà. Senza riuscirvi.
Questo è accaduto al teatro Argentina. Questo accadrà altrove. Come una missione di guerra tra popoli. Senza smentirsi. Non ci ha meravigliati. Dopo. Ci ha posti dinanzi alla gravità dell'evento. Subito. Alla prima infausta battuta. All'ingresso. Ci ha fatto male. Ci siamo espressi. Dopo. Fuori dallo stabile. Malgrado i divieti. Le inglesi paure. E' stato inutile. La convinzione della menzogna era in ogni più piccola cellula di chi ci stava dinanzi assente di sguardo. E una sensazione di freddo.
Un'indubbia bravura artistica s'è fatta tecnica d'una propaganda di menzogna. Pericolosa. Inaccettabile. 
Occiriente s'inventa la compassione.
Marika Guerrini  



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