domenica 2 ottobre 2011

Pakistan sull'orlo della guerra civile


                               
...il Pakistan è sull'orlo della guerra civile. Studiata. Voluta. Creata. Ad uso e consumo. Su questo occiriente si ripete, si ripeterà. I giovani hazara che a Roma ieri l'hanno manifestato, non hanno accusato, hanno detto. Semplicemente. Compostamente. L'hanno detto in dari, la loro lingua. In inglese la non lingua di tutti. Perché l'inglese non è lingua per un linguista, è elaborazione di più dialetti, agglomerato di suoni vocalici e consonantici. Anch'esso ad uso e consumo.
Gli Hazara ieri a Roma hanno manifestato. C'era dolore, chiarezza di pensiero. C'era denuncia senza acredine, senza odio. C'era dignità. E l'aria ferma, calda, come d'un agosto italiano protrattosi, non è stata attraversata da urla di slogan, da voci deformate da megafoni e simili. C'erano giovani figure dagli occhi mongoli, e reggevano cartelli. In piedi. In silenzio. 
I ruoli tra loro erano fatti, stabiliti per impulso, per umana individuale intuizione. Secondo quelle antiche leggi naturali per cui il capo non si elegge, è. Nasce tale. Per tanto viene riconosciuto dal popolo.
Anche a questo ha assistito chi, come noi, ha avuto la sorte di sostare lì o di transitare. Ieri, tra le due e le quattro post meridiane, Roma s'è affacciata su di una terra lontana. Sui suoi giovani figli. L'ha fatto sul sagrato di Santa Maria degli Angeli e dei Martiri.  
Martiri, sì. Il caso non esiste. E due foto. Piccole rispetto ai cartelli. Due volti di bambini. Sorridente l'uno, triste, dal volto seminascosto dietro il cappuccio d'una felpa, l'altro. Due piccoli hazara che non giocano più. Non corrono. Né fanno volare gli aquiloni. Non più. Solo volti di bimbi su foto. Due. Qui. A Roma. Centinaia a Quetta. Senza foto. Non più e basta. Per questa guerra civile che sta oltrepassando l'orlo.
Gli Hazara stanno attraversando un silenzioso genocidio. Di guerra. Fra etnie? Di religione? No. Occiriente non pensa questo. Pensa il rituale genocidio da gioco della parvenza con  stabiliti obiettivi internazionali. Da parte di chi, è parvenza anch'essa. 
Il Pakistan è stato voluto terra di spionaggio. Da tempo. La portata è altissima. Anche per questo non c'è un chi che sia uno.     
Il Pakistan è sull'orlo della guerra civile. La zona più calda è sul confine afghano. Quelle genti diverse che, sappiamo aver vissuto un'unica vita, a breve potrebbero entrare in una guerra fratricida. Per agevolare chi? Quale conquista? Quale espansione? Quale controllo? Non il manzoniano:... ai posteri l'ardua sentenza...ma alle genti in corso spetterà la sentenza.  
Per quanto l'Europa si renderà complice col suo silenzio? E l'ONU dov'è? Nella sfera dell'uso e consumo? Affondatovi da tempo? Anch'esso?
Marika Guerrini
p.s.
Per maggior chiarezza, si consiglia, a chi non l'abbia già fatto, di visionare gli articoli subito precedenti. 


1 commento:

  1. grazie marika ho potuto vedere la dignità nello smarrimento e nella sofferenza di giovani ma anche vecchi sguardi di moderni eroi vittime di un destino veramente terribile.a presto

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